L’altro giorno mi è capitato di ascoltare la conversazione che un mio collega stava avendo in inglese con qualcuno, tramite videoconferenza. Ogni volta che finiva una frase ripeteva al suo interlocutore: Anderstend?
Mi è scappato un sorriso. Ho pensato subito che stesse cercando di tradurre qualcosa che diciamo in italiano, ma che in inglese probabilmente non si dice. Capito? Voleva forse dire il mio collega.
Subito dopo, però, il sorriso mi è sparito dalle labbra. Ho infatti provato mentalmente a trovare un modo migliore per esprimere quella volontà comunicativa e cioè verificare che quello che si sta dicendo sia compreso dall’altra persona, una cosa molto importante durante una riunione di lavoro. Ma come?
Forse sarebbe stato più appropriato dire Do you understand? (Ma non suona un po’ troppo diretto?)
Allora meglio dire Understood? (Ma non sono sicura che si possa evitare di dire la prima parte del verbo)
Poi, mi sono venute in mente due formule che devo aver sentito da qualche parte, forse in una serie televisiva o forse dal mio insegnante di inglese, durante una delle nostre lezioni online:
Do you follow me? Are you with me?
Ma come si fa a imparare (bene) l’inglese?
Questo episodio mi ha portata a domandarmi come si possa imparare inglese in modo autentico, ma soprattutto da dove si debba cominciare.
Ho scoperto che esistono varie scuole di pensiero.
Le più tradizionali partono sempre dalla grammatica. E non importa quanti anni l’abbiamo tutti studiata a scuola, chi meglio e chi peggio, perché ci saranno sempre regole che non ci ricordiamo più ed errori tipici che tutti gli italiani fanno.
Studi più recenti hanno dimostrato l’efficacia di procedere per deduzione: a partire da un input si prova a dedurre la regola in modo autonomo (questo approccio educativo è chiamato “globale”). Se ci pensi, è un po’ quello che è successo a me: mi è venuto in mente qualcosa che, inconsapevolmente, ho appreso per imitazione, senza studiare prima.
Non esiste un approccio migliore dell’altro e non è nemmeno detto che non si possa adottare una combinazione dei due. Imparare una lingua è un percorso fatto di tentativi ed errori, per citare Popper. E ognuno di noi è diverso, lo dice la teoria delle intelligenze multiple di Gardner e lo dice il fatto che non saremo mai concordi su quale sia la ricetta “giusta” del tiramisù.
E a me piace pensare all’inglese come a un tiramisù, che può venire bene in tantissimi modi diversi, dobbiamo solo trovare la nostra ricetta.
PS. Prima di salutarti, sono molto curiosa… tu che cosa avresti detto al posto del mio collega?
Se ti va, fammelo sapere in un commento. Anderstend?