Da quando ho ripreso a imparare l’inglese, i social mi tampinano di annunci pubblicitari con promesse del tipo “diventa fluente in inglese in 30 giorni” o “parla inglese come un madrelingua in un mese”. La tentazione di cliccare è forte, ma – purtroppo per i copywriter che si sono impegnati così tanto nel cercare di persuadermi – il mio senso del realismo è ancora più forte.
La realtà dei fatti è che ho studiato inglese per molti mesi e tutti quei 30 giorni ripetuti (più o meno) non hanno mai fatto miracoli. Il mio approccio è stato dapprima scolastico, poi ha subìto un lungo arresto durante gli anni nel mercato del lavoro italiano e in seguito si è dovuto adattare a una nuova esperienza “sul campo”: perché quando si viaggia all’estero e bisogna parlare con le persone, non si ha tempo di tirare fuori il libro di grammatica.
In quelle occasioni, mi sono mancate parole semplici per chiedere informazioni o per raccontare qualcosa di me. Ho fatto fatica a partecipare alle discussioni con i miei pari, ho frainteso le indicazioni per cominciare al meglio il mio primo giorno di lavoro in un’azienda internazionale, mi sono depressa e mi sono bloccata.
Anche oggi che sono rientrata in Italia, mi capita di sentire che – non solo non ho fatto progressi in tutto questo tempo – ma forse sto addirittura peggiorando.
Proprio ieri, dopo aver mandato un’email in inglese a un mio collega, mi sono resa conto di aver fatto un grave errore di grammatica. La scorsa settimana, ho sostenuto un colloquio di lavoro in inglese e ho dovuto prendermi più tempo del previsto per trasformare la sintassi della frase che avevo in testa in qualcosa di comprensibile in inglese. Per fortuna la mia interlocutrice è stata molto comprensiva e mi ha risposto senza mostrare difficoltà, ma io sapevo di essermi espressa in modo forzato e innaturale.
Mi piacerebbe molto scrivere un articolo con solide argomentazioni che dimostrino che sì, si può imparare inglese in un mese! Ma ancora non mi è possibile farlo. Mentre scrivevo questo, però, sono stata costretta a ripensare agli episodi fallimentari che ti ho appena raccontato riguardo alla mia esperienza come apprendente (perenne) di lingua inglese. In quelle occasioni, la mia esposizione alla lingua è stata forte, non avevo vie di scampo: dovevo usare l’inglese per comunicare. Ho sbagliato, sono stata imperfetta, ho commesso errori… che mi si sono impressi nella memoria.
Se la me stessa di oggi tornasse indietro a quei momenti, saprebbe capire, saprebbe cosa dire e saprebbe cosa scrivere. Quei momenti sono stati per me migliori di qualsiasi libro di grammatica e di qualsiasi corso di inglese accelerato. Senza rendermene conto, non ho mai smesso di imparare inglese e sono stata capace di immergermi in occasioni di apprendimento uniche.
Imparare inglese in un mese è impossibile, ciò che è possibile è esporsi alla lingua inglese, anche solo in un mese, anche se si vive in Italia. Il notiziario del mattino sull’app della BBC, l’articolo di giornale su The Atlantic quando si beve il caffè, l’ascolto di una storia su SoundCloud mentre si fa una passeggiata, la visione di una serie tv americana prima di andare a dormire.
E potrei andare avanti all’infinito: una conversazione con un madrelingua inglese una volta a settimana, una email alla ragazza australiana conosciuta in una community online, un libro in lingua originale.
In un mese si può (lavorare per) imparare inglese e vivere (più) felici.
E tu? Quante volte ti esponi alla lingua inglese in un mese? Se ti va, raccontalo nei commenti qui sotto!