Ce lo sentiamo ripetere continuamente: l’inglese è una lingua semplice. Se la confrontiamo con l’italiano, non ci mettiamo molto a realizzare che la coniugazione dei verbi segue regole semplici: la variazione avviene solo per la terza persona singolare, tutto il resto prosegue liscio senza poche variazioni (ok, ci sono i verbi irregolari, ma non sono poi così tanti come in italiano).
Eppure, quando abbiamo oramai imparato le basi scolastiche della lingua inglese e ci addentriamo nell’uso dell’inglese più pratico, ecco che tutte le nostre certezze crollano. E non sto parlando dei temuti phrasal verbs (anche quelli, ascoltandoli e utilizzandoli, alla fine si imparano). Piuttosto, sto parlando dello spelling.
Non so tu, ma io tutte le volte che una persona madrelingua inglese mi fa lo spelling del suo nome o della sua città, vado completamente nel pallone. Dopo la seconda lettera sono già persa. Con il tempo ho capito che non è un problema solo mio, ma riguarda tutti gli italiani che come me hanno imparato a leggere e a scrivere in una scuola italiana. Dopo aver imparato come funzionano “ch”, “sc”, “gn” e compagnia, il gioco è fatto e i dettati non sono più un problema.
Peccato che in inglese il gioco sia un po’ più complesso. Come spiegato in questo interessante articolo del Post, in inglese grafia e pronuncia sono tutt’altro che regolari e il motivo è piuttosto interessante.
Di fatto, tutto è legato alle conquiste delle popolazioni che hanno occupato l’isola britannica, anche se – dirai – anche l’Italia ha subito diverse influenze linguistiche legate alle conquiste di altri popoli.
Quello che accadde alla lingua inglese, rispetto alle altre lingue europee, fu l’avvento della stampa in un momento storico non proprio propizio dal punto di vista linguistico. Proprio mentre l’inglese parlato si stava fossilizzando in una forma scritta piuttosto regolare, nel 1066 arrivarono i normanni che parlavano francese e stabilirono quella lingua come ufficiale. Poco più di un secolo dopo arrivò la stampa ma, se l’inglese formale utilizzato dai monaci faceva riferimento al latino, l’inglese quotidiano parlato dalle persone non aveva fatto in tempo crearsi nessuno standard scritto a cui riferirsi.
Forse ora capisci perché l’inglese più “alto” risulta più semplice per noi italiani, che possiamo contare su una forte base latina, mentre quello più comune è un altro paio di maniche… vero?
Insomma, la prossima volta che qualcuno ti dirà che l’inglese è semplice e facile da imparare, prova a chiedergli di pronunciare questi nomi di città:
Greenwich, Leicester, Slough, Loughborough.
Se ne avrà azzeccati almeno tre, allora potrebbe essere un buon interlocutore per fare pratica in inglese. Se invece procederà per tentativi ed errori, allora potresti fargli leggere questo articolo per rincuorarlo. E magari offrirgli uno di questi consigli per imparare inglese!
Alla prossima 😉